Affitti brevi e normativa 2020: tutto ciò che c’è da sapere

Affitti brevi

Gli affitti brevi e normativa relativa sono un argomento particolarmente in voga che suscita sempre maggiore interesse. Innanzitutto, chiariamo velocemente di cosa si tratta.

Gli affitti brevi, o contratti brevi, sono dei contratti di locazione di durata inferiore ai 30 giorni, normalmente destinati alle attività turistiche. In sintesi, questa tipologia di contratto permette di affittare per brevi periodi stanze singole o interi appartamenti per periodi inferiori al mese.

Dunque, a partire dal 2017, il decreto legge ha iniziato a regolamentare ufficialmente questa pratica, soprattutto considerato che, coloro che intascavano le somme a nero, erano davvero tanti.

Oggi, gli affitti brevi sono regolamentati fiscalmente e diverse imposizioni disciplinari coinvolgono anche i gestori di portali che fungono da intermediari tra chi cerca e offre casa per questo tipo di soggiorno.

Inoltre, a partire dal 2018, i locatori sono obbligati a comunicare alla Questura i dati degli ospiti e sono provvisti di codice identificativo, proprio come gli albergatori.

Vediamo nel dettaglio le caratteristiche degli affitti brevi, prestando particolare attenzione alla situazione delle normative 2020.

Contratto affitti brevi

Il contratto degli affitti brevi di un immobile, come già accennato, non deve avere durata superiore ai 30 giorni e deve essere stipulato da persone fisiche. Normalmente, le locazioni brevi sono destinate all’uso turistico e non è obbligatoria la registrazione all’Agenzia delle Entrate, mentre lo diventa nel momento in cui si supera il periodo massimo stabilito.

Il contratto per gli affitti di durata inferiore ai 30 giorni può contenere delle clausole più particolari che stabiliscono, ad esempio, la possibilità di una cauzione, in modo da assicurare il locatore in caso di danni all’immobile, così come determinate norme relative al soggiorno all’interno della struttura, come eventuali orari di coprifuoco o regole comuni.

Per quanto riguarda il contratto, ci si può rifare al modello contrattuale “tipo” ideato dalla Camera di commercio di Milano, Monza, Brianza e Lodi. Questo contratto prevede 15 punti e una serie di linee guida esplicative che possono servire a guidare tutti i locatori durante la stesura di un contratto.

Una volta compilato, l’accordo può tranquillamente essere scambiato via mail e può essere modificato in base alle esigenze delle singole parti in gioco.

Affitti temporanei, che tipo di immobili sono inclusi nel contratto

Gli affitti temporanei, definiti dall’art. 4 del decreto legge n. 50/2017, includono anche i locali ad uso abitativo e quelli che prevedono servizi di fornitura di biancheria e di pulizia dei locali, purché siano al di fuori dell’esercizio di attività d’impresa.

Si può arrivare ai potenziali clienti direttamente o tramite lo sfruttamento di piattaforme per l’intermediazione immobiliare, ovvero di portali telematici che mettono in contatto utenti in cerca di un immobile con persone che dispongono della struttura adatta.

Le tipologie di immobile che possono essere destinate agli affitti brevi solo quelle appartenenti alle categorie catastali da A1 ad A11, comprese le pertinenze come cantine e soffitte, oltre alle singole stanze. È invece esclusa la categoria A10, alla quale appartengono uffici o studi privati.

Dal 1° giugno 2017 i contratti di locazione breve possono essere sottoposti al regime della cedolare secca, con aliquota al 21%.

Tassa affitti brevi

La tassa sugli affitti brevi, ovvero quelli riservati ai soggiorni turistici e che negli ultimi anni hanno avuto un vero e proprio boom, ha subito tutta una serie di interessanti modifiche.

Adesso, chi affitta la propria casa vacanze tramite portale web, paga le tasse immediatamente, poiché i siti web, o le agenzie immobiliari che se ne occupano, trattengono direttamente l’importo dell’imposta di locazione dovuta e lo versano.

Si tratta di quella che viene chiamata “tassa Airbnb” o “tassa turistica”, che viene dunque trattenuta direttamente dall’intermediario con ritenuta del 21% sui canoni incassati.

In questo modo, il locatore viene liberato dall’onere di dover liquidare le imposte e, allo stesso tempo, viene annientata la possibilità che il diretto interessato evada le tasse.

Invece, se lavori e ti pubblicizzi da privato, puoi pagare le imposte sul canone di affitto con il regime ordinario, ovvero tramite tassazione. Il canone, dunque, entra a far parte dell’Irpef, assieme agli altri redditi.

Altra opzione per il pagamento delle tasse è quella con cedolare secca, che è un’imposta che sostituisce l’Irpef e le imposte di bollo e registro. I valori aliquota sono due: uno è quello al 10%, in caso di canone concordato, mentre per tutti gli altri casi è al 21%.

Affitti a breve termine, rivolgiti a noi

Gli affitti a breve termine sono un’esperienza sia per il locatore che per l’ospite. Infatti, il proprietario dell’immobile è responsabile della gestione del servizio e della qualità dell’offerta, e dovrà anche occuparsi di sistemare e rendere confortevole l’appartamento o la stanza messa a disposizione, rendendo l’abitazione adatta a un soggiorno turistico e dotata di tutte le potenziali attrezzature utili.

Se hai dubbi o perplessità, rivolgiti a MasterCasa Nadali. Il nostro team di esperti sarà a tua completa disposizione per spiegarti come funzionano i contratti d’affitto breve e quali sono le norme da tenere in considerazione per la tua piccola attività.