Mercato Immobiliare dopo il Covid: previsioni e priorità per il futuro

Mercato immobiliare post Covid19


Il settore immobiliare rappresenta il 20% del PIL del nostro Paese. A seguito del lockdown e dalla conseguente crisi economica, tuttavia, i volumi nel settore residenziale risultano inferiori del 20% rispetto al 2019.

La stessa riduzione viene registrata nel segmento del commercial real estate, con un volumi di investimento parti a 5,9 miliardi di euro al 30 settembre 2020. Nel commercial real estate, il settore uffici si conferma al primo posto con il 45% dei volumi di investimento. Seguono il retail (17%), la logistica (14%), gli alberghi (12%).

La pandemia di Covid e il conseguente lockdown hanno avuto gravi conseguenze in Italia sul patrimonio immobiliare, ma ancora non si è in grado di valutare la gravità di questi effetti.

Valutare l’impatto del Coronavirus in modo impreciso potrebbe rappresentare un rischio elevato nel caso in cui si sottostimasse la ripresa. Sottovalutando i ricavi generabili in futuro dagli asset acquistati oggi, si potrebbe dare vita ad una profezia che si auto avvera in negativo per il comparto.

Mercato Immobiliare dopo il Covid: le previsioni per il trend dei prezzi

Scenari Immobiliari, l’Istituto indipendente di studi e ricerche, ha presentato un modello econometrico nella web conference “Valutare nell’incertezza“, che potrebbe consentire di prevedere l’andamento dei prezzi fino al 2025, stimando la reazione degli asset immobiliari alla crisi Covid.

Sicuramente gli indicatori immobiliari sono dominati da un andamento in contrazione. L’incertezza di cui parla Scenari Immobiliari riguarda la quantificazione e la durata del segno meno di tali indicatori.

Giulio Breglia ha rappresentato un modello econometrico che valuta le principali variabili sociali ed economiche e il modo con cui esse hanno reagito alla crisi in sette momenti dell’ultimo secolo, se molto, poco, in positivo o in negativo.

Ha traslato poi questo modello sull’emergenza Covid in corso aggiustando i parametri sulla base di caratterisitche peculiari di questo periodo particolare.
Dall’analisi condotta si evince che i prezzi immobiliari, dopo il calo nel 2020, saranno in forte ripresa nei prossimi cinque anni.

Prezzi, canoni immobiliari e l’andamento del settore uffici

Al contrario delle crisi pandemiche e non che hanno colpito l’Italia nei secoli, come ad esempio la spagnola di inizio Novecento e la crisi dei mutui subprime, i cambiamenti neccesari dopo questa pandemia coinvolgeranno più che mai il settore immobiliare, poiché bisognerà ripensare a comunicazioni, spostamenti, lavoro, scuola, turismo, luoghi della cultura e del divertimento.

Infatti in conseguenza al lockdown e a tutto ciò che ne è derivato, la percezione nelle esigenze dell’immobiliare residenziale è cambiata, e il rapporto con lo spazio privato delle abitazioni e quello pubblico del lavoro, soprattutto per quanto riguarda le loro dimensioni fisiche, si modificherà.

Per una fetta della popolazione il minor reddito determinerà un irrigidimento della situazione abitativa in essere. In ambito di locazioni si prevede un allentamento della pressione della domanda abitativa nelle aree urbane ed una consequenziale compressione dei livelli dei canoni, che tenderanno a riallinearsi alla situazione pre-coronavirus solo dopo la piena ripresa di tutte le attività.

Per quanto concerne il settore terziario e uffici, ci sarà un periodo caratterizzato da un’intensa riflessione sugli spazi individuali e lo smart working. Nasce dunque l’esigenza di uno spazio individuale di sicurezza, che porterà ad un aumento della domanda di superfici per uffici attente alle esigenze dei lavoratori. Oltre a ciò, sarà ripensato anche il co-working.

Le 10 priorità per ripartire dopo il Covid

PwC Italia ha stilato una lista di dieci leve che il settore immobiliare deve innescare per poter ripartire con successo dopo il Covid.

Dopo la pandemia mondiale occorrerà avere maggiore flessibilità e impiegare nuove modalità di utilizzo degli spazi. La priorità andrà anche alla revisione in chiave strategica e operativa della relazione tra proprietario e conduttore e alla ristrutturazione e rigenerazione urbana in chiave green, sfruttando anche gli incentivi comunitari.

Un altro importante punto della lista è la trasformazione digitale lungo l’intero arco del ciclo immobiliare, e dunque dalla decisione di investimento fino alla gestione degli inquilini.

Questi sono solo alcuni dei provvedimenti previsti da adottare per permettere al settore di ripartire dopo la crisi che ha avuto inizio nel 2020.
Lia Turri, Partner e Real Estate Leader PwC Italia afferma che “Stiamo assistendo a un cambiamento profondo e probabilmente irreversibile delle nostre abitudini personali e lavorative.

La connettività digitale abilita infatti nuovi modi di vivere e lavorare: lo smart working cambia il concetto stesso di ufficio, la didattica a distanza trasforma i poli universitari e gli studentati, le stesse strutture sanitarie saranno destinate a cambiare.

In questo contesto il settore immobiliare necessita un ripensamento, che deve avere come focus la rigenerazione urbana in un’ottica di sostenibilità ed efficienza, la digitalizzazione, la ricerca di nuove forme di finanziamento a supporto di nuovi progetti”.