Prezzi seconde case in calo: le stime per il 2019

Prezzi seconde case in calo: le stime per il 2019

Secondo le stime diffuse dal Gruppo Tecnocasa, è stato registrato un rallentamento nel mercato delle seconde case: secondo queste stime, infatti, nei primi sei mesi del 2019 è stata registrata una flessione dei prezzi pari allo 0,3% nelle località di mare, all’1,9% in quelle di montagna e allo 0,2% in quelle di lago rispetto al semestre precedente.

Inoltre, rispetto ai restanti Paesi europei, i prezzi delle case in Italia stanno calando a picco, essendo l’unico Paese a registrare cifre negative. Ma perché?
Situazione immobiliare italiana degli ultimi cinque anni Secondo l’Eurostat, i prezzi delle case in Italia sono in calo dal 2014, fatta eccezione per il 2016.

Nel 2014, infatti, si arrivò addirittura a -4,3, -5, -4,7 e -4,9. Nel 2015, nei primi due semestri il calo era ancora una costante (-5,7 e -4,7%), che venne però bloccata nella seconda metà dell’anno (-2,7 e -2,1%). E infatti, nel 2016, la situazione ebbe un lieve miglioramento: +0,1, +0,7, 0, +0,2 per cento.

Nel 2017 ebbe di nuovo inizio la corsa al ribasso, toccando minime tra il -0,7 e addirittura il -1,2%, così come nel 2018 e nel 2019, anno in cui il calo ha oscillato tra il -0,2% a -0,9% del primo trimestre 2019.

Nel mentre, l’Unione europea ha sempre registrato cifre positive, oscillando tra un minimo del +0,8 per cento e un massimo del +4,9 per cento.

Riduzione dei prezzi delle seconde case 2019

Questa riduzione dei prezzi per le seconde case non intacca omogeneamente tutta la Penisola: infatti, secondo i dati, ci sono alcune zone che sono state particolarmente colpite dal ribasso dei prezzi.

Guardando le cifre nel dettaglio, si può constatare che le zone maggiormente penalizzate sono quelle di montagna, in particolare l’Abruzzo, che registra -6,3% rispetto allo scorso anno, ma anche la Valle d’Aosta (-2,4%).

Il discorso è più complesso per quanto riguarda le località marittime, in cui in alcune zone c’è stato addirittura un lievitare dei prezzi, in modo particolare in Emilia-Romagna (+2,3%) e Sardegna (+0,3%), ma sono sicuramente di più le zone di mare che hanno registrato un ribasso, come la Puglia, in cui c’è stata una riduzione dell’1,6%, e la Sicilia, con una riduzione dell’1,4%.

Stesso discorso vale per le aree lacustri, in cui il trend può risultare positivo o negativo in base alla zona: ad esempio, se al Lago di Garda è possibile trovare un rincaro dello +0,4%, per le case vacanza nei pressi del Lago d’Iseo si registra una decrescita -1,7%.

Quali sono i motivi di questa “bolla” immobiliare

Il mercato immobiliare italiano si è praticamente fermato. Inizialmente, con l’entrata in vigore dell’euro, c’è stato un vero e proprio boom: fattori come l’aumento della ricchezza media e il desiderio di guadagno di alcuni proprietari hanno portato alla costruzione di molte, troppe case, poiché i prezzi sembravano esponenzialmente in crescita.

Ma nel 2008 entrò in gioco il fattore crisi finanziaria, che ha tarpato le ali ai sogni dei vari proprietari, che si sono ritrovati con un sovrannumero di case invendute e sulle quali gravano tasse spropositate a causa dei valori catastali, che fanno effettivamente riferimento a un periodo e a una situazione economica molto diversi da quelli attuali.

Altro fattore che è necessario considerare è l’esponenziale calo demografico che ha intaccato l’Italia negli ultimi anni: oggi, il numero di abitanti non è più in crescita, ma bene o male stabile. È importante dire, però, che il numero di italiani sta diminuendo.

Sono sempre meno i matrimoni e sono sempre meno le persone che decidono di avere figli. Al contempo, il numero di stranieri sta aumentando: ma non si tratta di un fattore sul quale fare affidamento, poiché difficilmente si tratta di un soggiorno definitivo.

Molti, infatti, tendono a trovare un lavoro fisso per poi tornare nel loro Paese e investire il proprio capitale. Dunque, difficilmente si tratta di persone intenzionate a restare: a prova di ciò, se andiamo a vedere i mutui erogati per acquistare casa, il numero intestato a stranieri è nettamente più basso rispetto al numero intestato ad italiani.

Inoltre, altro dato importante è la crisi finanziaria: i licenziamenti e i disoccupati sono in crescita. Dunque, la cosa si riflette anche sul mercato immobiliare: le richieste di mutuo per l’acquisto di una casa sono in discesa, addirittura pari al 40% rispetto agli anni passati.

Specularmente, anche le vendite delle case residenziali hanno subito inevitabilmente un crollo pari al 25%, ovvero quasi 75 miliardi di euro.
Sono solo due le città che sembrano difendersi abbastanza bene da questo crollo: si tratta di Napoli, che grazie a una manovra da parte del Comune è riuscita a crescere, e Verona, che registra però un aumento quasi inesistente.

Insomma, il panorama immobiliare italiano sta attraversando un periodo di forte crisi, di cui non è possibile ancora prevedere la fine.